Loria – Sugli argini del Muson – Domenica 25 gennaio 2019

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Ore 8.45 ritrovo al parcheggio dietro  il super Loria
Ore 9.00 Inizio allenamento
Ore 12.30 Fine passeggiata e rientro libero a Bassano .

ALCUNE INFORMAZIONI SUL MUSON

Il Muson. È il più importante dei corsi d’acqua tra il Piave e il Brenta. Nasce dalle colline di Monfumo a nord di Asolo. I primi rigagnoli o torrentelli si raccolgono a valle, originando l’iniziale tratto del corso d’acqua che si dirige verso sud-ovest; attraverso le colline asolane e con andamento piuttosto sinuoso si addentra nella pianura dirigendosi verso Castelfranco Veneto. In questo primo tratto riceve da sinistra il rio Rosta e da destra il torrente Erega, il rio del Mardignon, il torrente Lastego, il rio Riazzolo, il torrente Lassa., il torrente Rosta Volone e il torrente Brentone.
Dopo il territorio di Castelfranco Veneto il Muson entra per un breve tratto in quello di Resana per poi abbandonare la Provincia di Treviso ed entrare in quella di Padova.
L’antichissima frequentazione del Musone è attestata da importanti rinvenimenti, nella fascia tra la statale Bassano-Montebelluna e Pagnano, di materiale litico e di schegge di selce lavorata che risalgono ad epoca paleolitica, mesolitica e neolitica e che costituiscono i primi dati di una frequentazione da parte dell’uomo del comprensorio asolano.
Nel suo tratto di pianura tra Asolo e Castelfranco Veneto, il Musone segnava in epoca romana il confine tra l’area centuriata di Asolo e quella di Bassano-Cittadella, mentre solcava più a sud il territorio di Padova, andando a sfociare direttamente in Laguna.
Il 21 febbraio 1612 venne deciso dai veneziani la sua deviazione per liberare la Laguna veneta dalle masse di detriti fluviali che la stavano occludendo e venne immesso nel Brenta all’altezza della periferia di Padova.
Notevole è la documentazione storica riguardo i regimi idrici incostanti e i frequenti episodi di esondazione dagli argini delle acque del Muson. Del corso del Muson nella seconda metà del ‘500, del suo carico d’acqua, ma anche del tracciato della roggia Musonello e dei mulini su di essa insediati tra Spineda e Castelfranco si ha una completa e nitida delineazione in una mappa datata 1571. Canale artificiale quindi il Musonello, derivato dal Muson e sfruttato a scopi artigianali dal momento che numerosi erano i mulini, segherie, fucine, poste lungo il suo corso. Fra tutti segnaliamo il Maglio di Pagnano. L’edificio, utilizzato da epoca medioevale fino al 1979 per la lavorazione del metallo, sfruttava la forza motrice fornita dalla corrente di una derivazione del torrente Musone per azionare i dispositivi necessari alle attività legate alla trasformazione del ferro.
In una ricerca effettuata dal WWF della Castellana e presentata nel 1990 in una mostra a Castello di Godego, si legge: (I… nello Statuto del Consorzio Musonello del 1874 (tale Consorzio era una associazione di privati che provvedeva alla , manutenzione e regolava l’uso delle acque del Musonello e di altri corsi d’acqua della zona), viene definito Musonello quel corso che si estende dalle Boccheporte di Spineda fino a Resana. È presso il Ponte di Pagnano, nel punto in cui si vedono i resti di una fucina che il Musonello acquista carattere di autonomia rispetto al più ricco Muson. Procede verso sud passando alla destra e poi ancora alla sinistra del Muson, mediante due botti. Giunto a Spineda, lo sottopassa ancora con un’altra botte; anticamente veniva estratta in questo punto l’acqua dal Muson mediante una chiusa, detta Boccheporte, la cui paratia era abbassata in caso di torbide nel torrente. Un “portinaio” aveva il compito di custodire tale Boccheporte e provvedere alla sua apertura o chiusura. Più a sud, con un’altra botte, il Musonello sottopassava l’Astego prima, poi sovrapassava il Viazza, per poi ricevere la rosta Volone, anticamente torrente impetuoso che non poco contribuiva alle piene del Muson in cui si riversava e si porta in direzione di Castello di Godego. Un ‘ultima botte, quella di San Pietro a Castello di Godego, sposta il Musonello alla sinistra del Muson; procede poi fino a Castelfranco portando acqua al fossato del Castello e, uscendone, prosegue in due corsi distinti: quello a ponente si versa più a valle nel Marzenego, quello a levante, denominato Musoncello, confluisce nel fiume Dese.
Fino a trent’anni fa le sue acque, limpide e correnti, azionavano mulini e altri opifici posti lungo il corso, specialmente a nord di Castelfranco, e le donne, come ancora qualcuna ricorda, vi lavavano i panni.
Muson e Musonello vanno pertanto riscoperti e rivalutati insieme, specialmente quest’ultimo ripristinando l’acqua e dove è possibile le antiche ruote dei mulini per arricchire il fascino di un paesaggio dvvero unico. Merita di essere sottolineato l’impegno dei Comuni attraversati dalla roggia Musonello che, con il supporto della Provincia di Treviso e del Consorzio Brentella, stanno elaborando un concreto progetto per rivalutarlo e riscoprirlo dal punto di vista idraulico, paesaggistico e naturalistico. Questo intervento si inserisce nel progetto più ampio denominato Sui Sentieri degli Ezzelini. Dalle colline asolane ai Prai… lungo il Muson e il Musonello promosso dai Comuni di San Zenone degli Ezzelini, Asolo, Fonte, Loria, Riese Pio X, Castello di Godego e Castelfranco Veneto.
Il Comune di San Zenone degli Ezzelini, pur essendo a nord-ovest poco distante dal Muson, si inserisce a pieno titolo in questo progetto per due buoni motivi: il primo legato alle vicende storiche dell’antica famiglia dei da Romano del sec. XIII; il secondo, più vicino a noi, ha una valenza affettiva in quanto si vogliono raccordare i sentieri natura Castellaro – Collalto – Colle S. Lorenzo, già aperti in territorio di San Zenone degli Ezzelini per opera del prof. Bruno Martino, con il nuovo sentiero natura lungo il Muson e il Musonello, come fossero vincolati idealmente da un patto di gemellaggio storico-naturalistico.

ISTRUTTORI DI RIFERIMENTO: Stefy  392-9008135 – Gigliola 349-3623980